10 aprile: Terza Domenica di Pasqua
Mi ami tu?
L’amore gratuito e gioioso, testimoniato da una intera comunità, è il vertice della testimonianza e della responsabilità cristiana. Conviene dunque partire dalle parole di Gesù per farsi un vero e proprio esame di coscienza, diverso da una semplice verifica dell’efficienza, della produttività, dei risultati effettivi. La domanda non è esclusiva di Gesù: anche la sposa e lo sposo si chiedono, reciprocamente, “Mi ami davvero?”. Anche i figli ai genitori, i genitori ai figli, gli amici, i fratelli di fede… in ultima analisi chiedono solamente questo: “Mi ami?”. Anche i poveri (i veri poveri) non chiedono tanto denaro, aiuto, sostegno a basso prezzo, ma chiedono la vera carità, che nasce non solo da un vago sentimentalismo, ma dalla tensione verso il bene e la promozione della persona. Mi ami tu? Mi ami davvero?
Potremo rispondere solo se, come Pietro, manteniamo vivo il rapporto con Gesù Risorto, vera fonte della carità: «Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Decisivo dunque non è quanto noi ci riteniamo o sappiamo di essere capaci di amare; ma il restare in relazione, l’affidarsi alla conoscenza di Dio. Si esce così da una prospettiva autocentrica, in cui l’individuo è protagonista del suo proprio amore, che viene, per così dire, imposto agli altri, alla società, alla persona amata… e si entra nel circolo virtuoso: ci scopriamo amati da Dio, e da lui chiamati ad amare; scopriamo l’amore del Padre nel volto del Figlio, e in lui rileggiamo la vocazione personale ad un amore unico.